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Tredici giorni passati in silenzio per scelta possono bastare. Quello che d’imprevisto doveva succedere è successo: ora José Mourinho non vede più il rischio che ogni sua frase possa essere fraintesa, possa alterare gli equilibri delicati che stanno dietro a certe cose di mercato. Per questo aveva scelto il no comment: non sapeva con certezza cosa dire, poteva diventare un azzardo dire ciò che pensava davvero. Parlare solo dell’Inter ma non del mercato? Sarebbe stato un discorso a metà, scollegato: la sua Inter era ancora in mano al mercato, troppo complicato fare slalom fra le ipotetiche, parlare di una squadra senza sapere bene che squadra sarà. Ora Mourinho lo sa e ne parla, tredici giorni dopo quel 10 luglio, «questa non è l’Inter che sognavo, io non sono Harry Potter, per vincere la Champions serve più qualità», e poi silenzio fino a ieri.
Mourinho, ora è un’Inter più vicina a quella che sognava?
"La sognavo più equilibrata, ora lo è. Volevo in più un difensore diverso da quelli che avevo già, dominatore dello spazio aereo che amasse giocare alto: Lucio; un centrocampista posizionale ma di qualità: Thiago Motta; un trequartista: Hleb lo può fare; una punta: Milito, che mi piace moltissimo".
E lo scambio Ibrahimovic-Eto’o le è piaciuto?
"Solo un allenatore stupido sarebbe felice di perdere Ibrahimovic, solo un allenatore stupido non sarebbe felice di avere Eto’o. E infatti sono molto felice di averlo".
Via | gazzetta.it
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