martedì 28 luglio 2009

Bologna, chi vende alcolici deve chiudere alle 22

Dilemma etilico-commerciale per le centi naia di botteghe etniche, gela terie, pizzerie da asporto e fruttivendoli che animano le nottate del centro storico bo lognese e dei suoi chilometri ci portici. Vendere o non vendere al colici? Ogni commerciante sa rà libero di scegliere. Ma guai a lui se poi sgarrerà, per ché le condizioni fissate dal neosindaco delle Due Torri, il pd Flavio Delbono, sono stringenti. Chi deciderà di eli minare per sempre dai suoi scaffali (in qualsiasi ora del giorno, s’intende) birra, vino e tutto ciò che abbia un tasso etilico, potrà tenere aperto il negozio quanto vorrà, anche l’intera notte. Chi invece pre ferirà continuare a servire prodotti alcolici sarà soggetto all’obbligo di abbassare le saracinesche alle 22. Lo stes so divieto riguarderà anche tutte le bevande contenute in bottiglie di vetro. Per chi fa il furbo, l’ordinanza prevede multe da 300 a 500 euro, con la possibilità, per i recidivi, di arrivare alla chiusura del locale.

È una mezza rivoluzione, con implicazioni di carattere anche etnico, quella che da lunedì si abbatterà sulla ga lassia commerciale del cen tro storico. Dei 363 locali che rientrano nell’ordinanza, qua si l’80%, a detta delle stesse organizzazioni di categoria, sono gestiti da immigrati asiatici, in particolare pakista ni. Si tratta di piccole botte ghe nelle quali, a qualsiasi ora, si trova di tutto: dal de tersivo, alla frutta, fino ad ar rivare a birra e vino. È qui che si riforniscono gli studen ti universitari, ma non solo, che movimentano la movida bolognese e che spesso sta zionano fino all’alba nelle piazze-salotto della città, sca tenando le ire dei residenti e, a volte, problemi di ordine pubblico. «L’obiettivo — ha spiegato ieri il sindaco — è quello di rendere più facili i controlli da parte dei vigili urbani. I ne gozi che intendono vendere alcolici, e che dopo le 22 ver ranno sorpresi con la saraci nesca ancora alzata, saranno passibili di sanzioni. Provia mo in questi 3 mesi estivi, poi faremo un bilancio». Battaglia antica, quella che Bologna combatte contro l’al col notturno. Sergio Coffera ti, predecessore di Delbono, aveva puntato sul coprifuoco alcolico alle 22, senza distin zioni. Ma i risultati non furo no brillanti: un po’ per la dif ficoltà di far rispettare i divie ti, un po’ per le contorsioni di una parte (l’ala sinistra) della coalizione.

Delbono ha giocato la carta della concer tazione, coinvolgendo le as sociazioni di categoria (che, almeno per il momento, pare abbiano apprezzato). L’interrogativo, semmai, è un altro: come la prenderan no i tanti asiatici che gestisco no le botteghe del centro e che sull’alcol hanno costrui to un buon giro d’affari? Il sociologo Marzio Barbagli è ot timista: «Non credo si cree ranno tensioni — ha detto al Corriere di Bologna —: il pun to di forza di questi esercizi è l’orario prolungato e flessibi le, non certo la vendita di al colici, come avviene a New York e San Francisco». Non sarà comunque semplice spiegare a filippini e pakista ni come mai dall’ordinanza siano esclusi bar e ristoranti. E anche il fatto che la Lega, di solito non tenera con la giun ta, stavolta abbia promosso Delbono («Provvedimento molto leghista» ha detto il se gretario Bernardini), farà fi schiare le orecchie a più di un immigrato.

Via | corriere.it

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