sabato 1 agosto 2009

Inflazione a zero, non accadeva dal 1959

Sempre più giù. L’indice nazionale dei prezzi al consumo ha presentato una variazione nulla sia rispetto al mese di giugno, quando era allo 0,5%, sia rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Significa che l’inflazione non è mai stata così “conveniente” e per tornare a dati simili bisogna ripercorrere il calendario a ritroso fino al 1959. In base alla stima provvisoria, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra infatti nel mese di luglio un calo dell’1,2% rispetto al mese precedente e dello 0,1% rispetto a giugno 2008.

Benefici
A beneficiare della situazione oltre ai lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato e relative garanzie sono anche gli affittuari che per le scadenze di contratto in corso possono contare su un rincaro bassissimo del canone annuale di locazione. Parimenti chi affitta case vedrà un adeguamento Istat più leggero.

Ma il settore che sembra godere di più della discesa dell’indice è quello delle telecomunicazioni e dell’informatica.

Telefoni cellulari a meno 18,7 per cento, le ricariche a meno 3,6 per cento. I videogame si attestano a meno 2,30 e scendono anche i prezzi di macchine fotografiche e videocamere (- 8,50 per cento). I dati sono il risultato di un’analisi di nicchia: quanto pesano le variazioni dei prezzi nelle tasche dei giovani nella fascia d’età dai 18 ai 25 anni. Si scopre così che oggi l’inflazione per i giovani è più bassa della media nazionale di quasi un terzo. Fin qui i segnali positivi. Poi i rischi. Il dato dell’inflazione di luglio è un vero e proprio «segnale d’allarme» per i consumatori, che prevedono ulteriori ricadute per le famiglie di 210 euro l’anno, se confermerà nel 2009 un tasso di inflazione allo 0,7%. «Tale andamento», sostengono Adusbef e Federconsumatori, «è dovuto al drammatico crollo dei consumi, che ha coinvolto sia i beni di largo consumo che quelli durevoli, oltre ai servizi relativi a settori specifici, soprattutto per quanto riguarda il turismo».

«Non ci spieghiamo come mai, in una situazione del genere, continuiamo a registrare gravi anomalie relative ai prezzi dei prodotti di prima necessità», proseguono le due associazioni, evidenziando che, mentre i prezzi alla produzione, soprattutto il grano, continuano a diminuire, i prezzi al consumo «rimangono sempre a livelli elevati o, addirittura, aumentano».

Pericoli
«Se si confermerà, nel 2009, un tasso di inflazione allo 0,7% (come prospettato dall’Istat), vi saranno delle ulteriori ricadute per le famiglie di 210 euro annui», sostengono le due associazioni, che tornano a chiedere azioni a sostegno della domanda, come una detassazione per la famiglie a reddito fisso di 1200 euro annui e un abbattimento dei prezzi di almeno il 20%.

Europa
In aggiunta ci sono i rischi deflattivi all’orizzonte Ue. All’inflazione in territorio europeo (Eurozona a 27), scivolata in fase negativa a - 0,6%, si aggiungono le difficoltà monetarie. Anche considerando progressi dell’Europa nelle politiche per la crescita, se la forza dell’euro non si collocherà presto in un progetto di nuovo ordine monetario globale, è difficile immaginare che la politica della Bce possa ignorare le strategie opportunistiche, a danno dell’Europa, con cui sia Stati Uniti che Paesi emergenti tenteranno di sfruttare l’esistenza di una moneta internazionale così forte e così ben difesa. Dal canto loro, per portare a compimento il riaggiustamento, gli Stati Uniti hanno necessità che l’euro si affianchi al dollaro come valuta portante su scala mondiale. Per non dire che un dollaro che continua a indebolirsi, assieme alla spinta al riaggiustamento dei conti Usa, porta anche inflazione e instabilità finanziaria. Le conseguenze al contrario di un euro debole e meno stabile insomma potrebbero essere duplici o una forte deflazione o forti spinte speculative.

È interesse di tutti lavorare a un nuovo ordine monetario mondiale.

Via - libero-news.it

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