
Il bambino cresciuto a Guantanamo ha una barba da taleban e lo sguardo smarrito. La luce della sua terra non la vedeva da sette anni. Ne aveva dodici quando gli americani lo portarono nel carcere speciale accusato di un crimine che non aveva commesso. Ieri, Mohammed Jawad, è tornato a Kabul e da uomo libero ora pretende giustizia.
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