Dal buio alla svolta, che però non basta a tirarli giù da quella gru dopo sei giorni: «Siamo pronti a resistere sul carroponte, abbiamo resistito finora e a maggior ragione continuiamo a farlo». Nella paralisi in cui era sprofondata la vicenda Innse, arriva il colpo di scena: un nuovo compratore si fa avanti, un imprenditore bresciano. Non il primo a proporsi ma quello ritenuto più serio e risoluto. Che nella Innse sarebbe pronto a investire, e non solo a rilevarla ma anche a chiudere la pratica già domani, quando le parti coinvolte promettono di sedersi a un tavolo per aprire la trattativa e vedere di chiuderla, magari, in giornata.
Una new entry, quella del compratore, che, al quinto giorno di protesta contro lo smantellamento della storica fabbrica del Rubattino, avvicina la risoluzione del caso e in modo positivo per gli operai in agitazione. A comunicare la novità tra gli applausi dei manifestanti fuori dai cancelli - «i tempi saranno stretti ma non c’è ancora una data», dice però - è il segretario generale della Fiom-Cgil, Gianni Rinaldini, reduce da un lungo incontro con il prefetto, Gianvalerio Lombardi.
Perché è proprio in corso Monforte che si è giocata tutta la partita che potrebbe, a questo punto, sbloccare la vicenda. Direttamente il prefetto, rientrato dalle vacanze, avrebbe incontrato il nuovo acquirente, un grosso imprenditore bresciano, su cui si mantiene il massimo riserbo, di cui si conosce soltanto che opera da tempo nel settore e che dai primi colloqui sembra serio e affidabile. Un nuovo soggetto che non ha nulla a che vedere con alcune società che finora si erano fatte avanti manifestando un certo interesse nel polo produttivo del Rubattino.
Dietro non c’è, quindi, Gadda srl, l’azienda che produce utensili e utensileria che aveva inoltrato alla Aedes, l’immobiliare proprietaria dell’area, una manifestazione ufficiale d’interesse. E fuori gioco sarebbe anche la cordata di imprenditori torinesi, una capofila da sei milioni di euro di capitale sociale e tre o quattro società che operano nel settore metalmeccanico e aerospaziale, che due giorni fa aveva scritto tre righe di dichiarazione d’intenti sempre alla Aedes per mano dell’avvocato Giuseppe Sarno.
Nella partita è entrato un nuovo soggetto, sconosciuto finora nella vicenda. Che avrebbe chiesto al prefetto, come condizione, di coinvolgere il prima possibile anche Silvano Genta, attuale proprietario della Innse Presse, che non l’ha ancora incontrato ma che si mostra disponibile a trattare.
«Il nuovo soggetto è stato giudicato serio dal prefetto — fa sapere Giambattista Lomartire, legale di Genta —. Dopo averlo conosciuto, siamo pronti a confrontarci al tavolo per dare il nostro contributo alla trattativa». A ben disporre Genta sarebbe anche l’approccio verso le sette macchine che il commerciante di rottami torinese ha già venduto a due acquirenti (Nuova Lombardmet e Mpc): il nuovo imprenditore entrato in scena si dice disposto a grandi investimenti, e quindi l’acquisto di quei sette macchinari, giudicati indispensabili dagli operai, non sarebbe per lui una condizione indispensabile.
Uno dei due acquirenti però precisa: «Se il nuovo compratore fosse interessato siamo disponibili a rivendere due delle tre alesatrici», fa sapere Angelo Cutrufello, legale della Nuova Lombardmet di Arluno. «La soluzione si sblocca solo con un compratore vero», commenta Gianni Rossoni, assessore regionale al Lavoro, mentre «se la questione si risolve per il meglio siamo soddisfatti», è la reazione di Paolo Del Nero, suo alter ego in Provincia.
Domani quindi il tavolo in prefettura: prima tra Genta e il nuovo imprenditore, che successivamente incontrerà, sempre domani, anche Aedes. Incontri al cui termine assicura di dare conto ai sindacati il prefetto Lombardi. Le cinque tute blu, informate dei fatti a voce da Rinaldini, sono rinfrancate ma senza certezze dalla gru non scendono. «Alla faccia di quelli che dicevano che non c’erano compratori — commenta a caldo Roberto dalla gru — se è ufficiale scendiamo e siamo ultrafelici».
Via | repubblica.it
domenica 9 agosto 2009
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